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Benvenuti nel mio eterogeneo mondo: ironico, ludico e critico
Welcome to my heterogeneous world: ironic, playful and critical
La musica è un elemento portante del mio percorso pittorico:
sono cresciuto a suon di musica!
In famiglia mio padre suonava il violino e mia madre il pianoforte.
Le opere liriche e i concerti di musica classica erano appuntamenti consueti.
Questa Musa ha influenzato i dipinti dall’85 fino al ‘90,
anno in cui ho realizzato la mia prima performance intitolata “Strilli”,
partendo da una serie di quadri dai titoli canori presentati alla Temple Gallery di Roma.
Il modo di dipingere era una tensione traduttiva,
che si attivava ascoltando e cantando brani
le cui vibrazioni e tonalità si accavallavano e sovrapponevano attraverso variopinte pennellate.
Nella mia arte c’è sempre stato una sorta di travestimento,
utilizzato sia nelle performance che emulando una finta Action Painting nei grandi formati, dopo aver dipinto piccoli bozzetti.
In tutto il mio lavoro, del resto, il significato va trovato “tra le righe”,
sia nei testi delle canzoni utilizzate nelle performance che nei lavori pittorici e fotografici.
Ogni personaggio interpretato e le parole cantate o scritte hanno sempre contenuto elementi di riflessione,
visto che l’arte è il modo illusorio per raccontare qualcosa,
come nel caso dei “Pensierini”, dove utilizzo i panni di un Francesco bambino
per raccontare storie ironiche e giocose fatte con tecnica e precisione.
Con la serie “Per L’Appunto” dal 2009 c’è un ritorno a quella pittura che caratterizzava il lavoro della metà degli anni ’80,
addizionata dai testi dei numerosi appunti che riempiono i miei taccuini da viaggio.
Questi appunti, brevi e rimati, parlano in modo poetico di sentimenti, politica e costume,
attraverso tonde e argentee pennellate che ricamano rime su variopinte trame colorate.
Solo attraverso un testo, per l’appunto, si può ritrovare ordine e rigore.
Negli ultimi lavori la luce attraversa vetri, crea ombre, si fonde con i colori e si riflette negli specchi
dipinti con argentei pallini che formano giochi di parole
per far ritrovare la speranza perduta che il quotidiano ci ha tolto.
Il mio pensiero diventa quindi soggetto oppure oggetto,
grazie agli eterogenei supporti che mi permettono di donarlo ai divertiti e curiosi fruitori.